Se sei una ballerina o lo sei stata, avrai indossato tutù per una vita. Ti sei mai chiesta com’è nato il tutù? In caso non lo sapessi, tranquilla, mettiti comoda e preparati a scoprirne l’origine…
Com’è nato il tutù?
Il tutù nasce grazie all’inventiva di Filippo Taglioni, ballerino italiano e primo coreografo del celebre balletto “La Sylphide”.
Quando la figlia Marie Taglioni va per la prima volta in scena sulle punte per ballare l’opera scritta dal padre, indossa un costume alquanto innovativo. Si tratta di una lunga gonna costituita da veli leggerissimi che scende fin sopra le caviglie.
L’obiettivo era proprio fare sì che la gonna seguisse e assecondasse i movimenti delle gambe, senza però coprire i piedi. In questo modo l’eleganza e la linea della ballerina non sarebbero in alcun modo state compromesse.
Alcuni attribuiscono la fattura del costume al costumista e stilista francese Eugène Lami, anche se le fonti sono incerte.
Perchè si chiama “tutù”?
Sembra che il nome derivi dal francese “tu-tu”, parola che sta ad indicare proprio il fondoschiena, la zona bassa del busto antecedente le gambe. Per essere precisi, il tipo di tutù sopra descritto fu definito “tutù romantico“, e fu il primo prototipo di tutù ad essere utilizzato.
Perchè le ballerine indossano il tutù?
Da allora, il tutù fu adottato per molte altre opere, tra cui Giselle. L’idea piacque per molte ragioni, non per ultima il fatto che il tessuto donava leggerezza ai movimenti delle ballerine e conferiva loro un aspetto quasi ultraterreno sulla scena. In seguito il tutù fu accorciato fino al ginocchio, diventando il “degas” dei famosi dipinti dell’omonimo pittore. In questa nuova forma viene definito “tutù classico“, insieme al “piatto”, che è il tutù nella sua versione più corta e sostenuta che conosciamo oggi.
Seguici su Facebook e Instagram:
DanceLine Instagram
DanceLine Facebook
Toi toi!